Venerdì, 14 Giugno 2013 13:05

Utopia e ricerca. Fra provincia e mondo

Scritto da  Gerardo

Qui di seguito riportiamo l'editoriale di Simona Scotti, in versioni italiana e inglese, dal titolo Fra provincia e mondo. Utopia e ricerca in Arnaldo Nesti, un nomade alla ricerca di senso, uscito nel numero 75, gennaio-aprile 2013, di Religioni e società.
Buona lettura!





Fra provincia e mondo. Utopia e ricerca in Arnaldo Nesti, un nomade alla ricerca di senso
Simona Scotti

Dedicare un numero di «Religioni e Società» ad Arnaldo Nesti è stata una scelta condivisa, non solo dalla Redazione della Rivista e dalla Sezione di Sociologia della Religione dell’AIS, che se ne sono fatte promotrici; sono, in realtà, tante, tantissime le persone che hanno sentito l’esigenza di dare il loro contributo nel tracciare un profilo di un uomo dall’esistenza poliedrica: Arnaldo Nesti è ed è stato un nomade alla ricerca di senso.

Parlare del suo percorso permette, e dà lo spunto, per approfondire tematiche varie, per affrontare e ricostruire la trama di vicende complesse che vedono intrecciarsi la dimensione personale a quella collettiva, fra ‘la provincia toscana’ e ‘il mondo’. Si delinea una storia fatta di tante microstorie: è l’evolversi della Sociologia della religione accompagnata da riflessioni che dal sociale al politico danno il senso della complessità di un percorso sfaccettato, ma organico, in cui la dimensione relazionale ha un ruolo preminente. Arnaldo Nesti è un curioso della vita: i suoi incontri sono sempre significativi; in ogni persona Arnaldo scopre un tratto dell’esistenza, lo coglie e lo assapora cognitivamente ed emozionalmente. E i legami che crea sono quasi sempre indissolubili: lo dimostrano le tante testimonianze contenute in questo numero. Si tratta di ricostruzioni biografiche, del resoconto di contributi alla Sociologia della religione, di trame internazionali, di occasioni di studio e di incontro.

Questo volume segue di poco la pubblicazione di "Il mio Novecento" di Arnaldo Nesti, libro autobiografico che ripercorre con grande puntualità la sua articolata vicenda ‘professionale’. Ricordo che qualche anno fa, tornando da una conferenza nel Comune di Roccastrada, in Toscana, nella provincia di Grosseto, il Professore mi aveva parlato di un suo diario, della volontà di pubblicarlo: era la prima volta che avevo l’occasione di parlare con Nesti di vicende così personali; ma più che dei fatti narrati ricordo l’emozione che trasudava da quelle parole, l’emozione che il racconto provocava in me, giovane allieva di un Professore che mi aveva già dato, allora, tante occasioni di crescita intellettuale. Doveva intitolarsi I campi della luna; immagine colma di pathos: quella luce che illuminava i campi della campagna pistoiese dove Arnaldo Nesti aveva trovato ricovero, nella cascina della famiglia, in un momento particolare, ‘di passaggio’ della sua esistenza. Lo immaginavo a riflettere sul senso della vita in quelle notti di luna piena in una campagna che lo accoglieva e che, allo stesso tempo, lo imprigionava, dopo l’esperienza romana, dopo aver assaporato l’ampio respiro della città, dei contatti con il mondo.

Dove era finito tutto questo? "Il mio Novecento" ripercorreva lucidamente un periodo, ma qualcosa mancava. E lo sapeva anche Nesti. Una lettera di un caro amico (pubblicata su «ReS» n. 69) aveva acuito la voglia di urlare qualcos’altro: far emergere l’uomo, oltre i ruoli ricoperti, con le sue emozioni, le sue aspirazioni, i suoi affetti, i suoi amori. Nasce il progetto di un’altra pubblicazione autobiografica. Ci incontriamo più volte per un’intervista sulle vicende personali che devono trovare sfogo e ordine per essere narrate. Poi Nesti riflette su come potrebbe essere strutturato questo nuovo libro, pensa alle tante persone che sono entrate in contatto con lui. Alla fine sceglie di farsi raccontare. Quale luogo migliore se non la sua Rivista? «Religioni e Società» è nata con lui e lo accompagna da molti anni raccogliendo la sua verve personale ed intellettuale, le sue sollecitazioni, i suoi interessi, i suoi viaggi sempre forieri di contatti e di occasioni di approfondimento, i materiali dei convegni da lui organizzati...
Con Luigi Berzano abbiamo contattato gli autori fornendo loro qualche spunto per sviluppare i loro contributi, ma la sollecitazione principale è stata quella di parlare dell’uomo Arnaldo Nesti, nel suo errare alla ricerca di senso. Il risultato è un numero ricco di contributi di carattere internazionale che fanno emergere la personalità poliedrica di un uomo immerso in un’esperienza nomadica nel mondo contemporaneo. Un navigante, approdato in tanti porti della vita.

Sono passati molti anni da quando l’ho incontrato. Ho ancora un catalogo di una bella mostra d’arte che si era tenuta a Firenze nel 1986. Si intitola "La Maddalena tra sacro e profano" e doveva servirmi come spunto per sviluppare una relazione per sostenere un esame con lui, nel corso di laurea in Pedagogia a Firenze. Dovevo scrivere qualcosa sulla ‘Transignificazione della corporeità’. Una sollecitazione intrigante, ma il compito mi sembrava difficile. Uscii dal colloquio con qualche timore. Ricordo che Nesti si era offerto di imprestarmi il catalogo, bastava che andassi in Via Sant’Agostino 16. Allora lui era solo un mio professore e il suo ruolo richiedeva, a mio avviso, una giusta distanza: preferii comprare il catalogo, anche se era molto caro e non era facile da trovarsi. Dopo poco sostenni l’esame e la relazione fu apprezzata. Seguirono altri esami.

Quell’indirizzo nel ‘di là d’Arno’ fiorentino sarebbe diventato da lì a poco un luogo a me familiare, un luogo dove ricevere spunti per andare avanti nel mio personale percorso nel mondo della Sociologia della religione. Così è stato anche per molti altri che hanno trovato e trovano accoglienza e stimolo nella casa del Professore: luogo ospitale da tutti i punti di vista e vero laboratorio di idee. Ci fu la tesi, un lungo lavoro di ricerca poi pubblicato con Franco Angeli. La mia collaborazione con lui, ricca di occasioni, passando da «Religioni e Società», dall’ASFeR, dal CISReCo e dai tanti luoghi e dalle tante iniziative a queste correlate, arriva ad oggi.
Contribuire alla cura di questo numero è un mio personale modo di dirgli grazie.



From a province to the world. Utopia and research in Arnaldo Nesti, a wanderer trying to make sense
Simona Scotti

The decision to dedicate an issue of «Religioni e Società» to Arnaldo Nesti was agreed upon not only by the journal’s editorial board and AIS’s "Sezione di Sociologia della Religione" but also by a very great number of people who felt the need to make their contribution towards sketching the profile of a man with a polyhedric existence: Arnaldo Nesti has been – and still is – a wanderer seeking sense.

Discussing his path permits and stimulates us to examine several themes closely, to face and reconstruct the plot of complex matters interweaving the personal and collective dimensions, ‘the Tuscan province’ and ‘the world’. A story composed of many micro-stories takes shape: it is the evolution of the Sociology of Religion accompanied by reflections which – from the social to the political – give an idea of a multi-facetted, yet organic, journey in which the relational dimension plays a pre-eminent role. Arnaldo Nesti is curious about life: his meetings are always meaningful; in every person he discovers, welcomes and savours – cognitively and emotionally – a characteristic of existence. And the bonds he creates are almost always indissoluble, as the abundant evidence contained in this issue demonstrates. They are biographical re-enactments, reports of his contributions to the Sociology of Religion, international plots, study and meeting opportunities.

This volume follows hot on the heels of the publication of "Il mio Novecento" (‘My 20th Century’) by Arnaldo Nesti, an autobiography reviewing, with great timeliness, his complex ‘professional’ vicissitudes. I remember that, some years ago, on our return journey from a conference in the commune of Roccastrada in the province of Grosseto in Tuscany, the Professor spoke to me about his diary and his desire to publish it: it was the first time I had had the occasion to talk to Nesti about such personal matters; but rather than the subjects narrated I recall the emotion which seeped from his words, the emotion his account gave rise to in me, a young pupil of the Professor who had by then already provided me with many stimuli of intellectual growth. It should have been entitled I campi della luna (‘Lunar Fields’); an image full of pathos: that light illuminating the Pistoia countryside where Arnaldo Nesti had, at a particular ‘passing-through’ moment of his existence, taken refuge in his family’s farmhouse. I imagined him thinking about the sense of life on those moonlit nights in a landscape which, at the same time, welcomed and imprisoned him after his Roman experience, after having tasted the broad breath of the city, of contact with the world.

How did all this end up? "Il mio Novecento" recalled a period clearly but there was something missing, as Nesti himself was aware. In a letter to a dear friend (published in «Religioni e Società», nr 69), he had whetted his desire to shout something else: to make man stand out, aside from roles played, with his emotions, his aspirations, his affection and his love. This is where the plan for a further autobiographical publication was born. We met several times to discuss personal matters which needed release and order to be narrated. Then Nest reflected on how this next book should be structured, and the many people who had had contact with him. In the end he chose to have himself recounted by others. What better place than his review. «Religioni e Società» was born with him and accompanied him for many years, gathering his personal and intellectual verve, his stimuli, his interests, his travels heralding contacts and occasions for in-depth analysis, and material from conferences which he had organized.

Luigi Berzano and I contacted the authors, providing them with some hints for the elaboration of their contributions, but the main hint was to write about Arnaldo Nesti the man, his wandering and quest for sense.
The result is an issue rich in contributions with an international flavor which portray the polyhedric personality of a man immersed in nomadic experience of the contemporary world, a navigator who has landed at many ports.
Many years have passed since I met him. I still have the catalogue of a fine art exhibition held in Florence in 1986, called "La Maddalena tra sacro e profano" (‘Mary Magdalen from the sacred to the profane’). It was supposed to help me develop an essay to be evaluated by him in my degree course in Pedagogy in Florence. I was to write something about the ‘trans-significance of Corporeality’. It was an intriguing challenge but seemed difficult to me. I faced the examination filled with dread. I recall that Nesti had offered to loan me the catalogue – all I had to do was to go to Via Sant’Agostino 16. At that time he was just my professor and I judged it prudent to maintain a certain distance: I preferred to buy the catalogue although it was both expensive and hard to find. After some time I took the exam and my essay was appreciated. Other exams followed.

That address ‘beyond the river Arno’ was soon to become a familiar place to me, a place where I received guidance on how to proceed in my career in the Sociology of Religion. The same can be said for many others who were welcomed and encouraged in the Professor’s home: a hospitable place from every point of view and a true laboratory of ideas. Then there was my thesis, a timeconsuming labour of research, later published by Franco Angeli. My collaboration with him, always intense – passing from «Religioni e Società» through ASFeR to CISReCO and many other places, and the initiatives connected with them – continues to this day.
Helping to edit this issue is my personal way of thanking him.



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